Carl Jung lo chiamava il “Bambino Divino”, altri psicoterapeuti lo chiamano il “Vero Sé” e Charles Whitfield l'ha chiamato il “Bambino dentro di Sè”. Tutti noi abbiamo un Bambino Interiore. É qui che vivono i nostri sentimenti, il nostro Sé emozionale. Sperimentiamo sentimenti come la gioia, la tristezza, la rabbia, la paura, o l'affetto con il senso che abbiamo loro assegnato quando avevamo pochi anni di età.

 

Tutte le esperienze e i sentimenti del bambino e dell'adolescente, abbiamo usato di essere, ancora, decenni più tardi, ci fanno lottare con traumi emotivi, ansia cronica e comportamenti irrazionali. Oppure, a causa di quelle prime esperienze, ripetiamo modelli debilitanti come la tossicodipendenza, la depressione, i rapporti difficili e insoddisfazione cronica.

 

Le ferite ricevute del nostro Bambino Interiore possono, e fanno, di continuo contaminare la nostra vita adulta. É il Bambino Interiore che prova paura, panico, terrore, rabbia, abbandono, irrilevanza, confusione, disperazione, vuoto o vittimismo, ha bisogno di amore e di nutrimento, NON l'adulto.

 

L'inconscio non funziona in una lineare spazio di tempo. Perciò è possibile avere il nostro Sé-adulto (che sa esattamente ciò che il Sé-bambino ha bisogno) che possa incontrare il nostro Bambino Interiore e attraverso l'orientamento, la comprensione e l'amore, dare re-genitorialità per risanare la ferita e il dolore della infanzia.

 

Risanare le ferite emotive del nostro Bambino Interiore ci darà di nuovo la libertà di essere responsabili, gli adulti integrati che possono fare delle scelte, invece di essere gestiti da programmi o timori che sono stati installati nella nostra gioventù.